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MUSEUM


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presentazione

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Museum è un’ampia raccolta di opere di autori diversi, noti e meno noti, accomunati dall’origine siciliana, e privilegia le esperienze che negli ultimi decenni hanno proposto nuovi modelli e nuove forme del linguaggio visivo. L’obiettivo è quello di documentare il lavoro degli artisti nati nell’isola, che qui lavorano o che l’hanno lasciata, portandosi dentro probabilmente una certa misura dello sguardo, un certo rapporto con l’orizzonte, il colore delle pietre, la geometria della terra o il dettaglio di una curvatura barocca. La questione non è: quale arte in Sicilia? Ma piuttosto: chi sono gli artisti siciliani? che strade scelgono per divenire protagonisti del proprio destino? Il limite geografico della raccolta non  ha lo scopo di esaltare una fittizia identità regionalista o di celebrare un colore locale e campanilistico, piuttosto è uno strumento di lavoro utile per circoscrivere l’ambito della collezione e per metterne a fuoco la sua plurima fisionomia.
Attraverso queste sale si racconta, anche se per sommi capi, una storia dove c’è chi va e chi resta, dove l’emigrazione intellettuale ha seguito dinamiche affini al più generale fenomeno dell’emigrazione di forze produttive, dove chi è restato ha fatto i conti con un destino periferico, dove chi se ne è andato a volte ritorna. Ne viene fuori un orizzonte frastagliato, e perfino disomogeneo, che però in un’ottica critica “orizzontale”, e non verticistica, può contribuire a una più ampia riflessione sulla reattività della cultura meridionale e, più in generale, sulla dialettica tra centro e periferia fatta di accelerazioni e adeguamenti, che ha caratterizzato la situazione italiana contemporanea.
Ai nomi di maestri celebri - Accardi, Consagra, Franchina, Guccione, Isgrò, Sanfilippo, Scarpitta etc. -  si accostano quelli di artisti di generazioni successive: un panorama sintetico ma efficace della ricerca artistica nella seconda metà del novecento, con qualche richiamo alle esperienze delle avanguardie precedenti, con qualche proiezione in avanti su tendenze emergenti. Anche se non mancano alcuni pezzi “storici” per datazione (si vedano, ad esempio, le opere di Sanfilippo), la raccolta possiede in prevalenza opere degli anni ’80 e ’90.
Sono gli anni in cui Ezio Pagano, forte della sua lunga esperienza di gallerista  dedito alla valorizzazione dei talenti isolani, comincia a lavorare al progetto di una struttura che possa testimoniare in permanenza il contributo degli artisti al nostro tempo. Dell’attività di Pagano gallerista vorrei ricordare qui le prime edizioni di Circumnavigazione (dal 1984),  rassegna periodica della nuova arte siciliana (e non solo), a cui certamente va fatta risalire l’idea di configurarne una mappa e costituire un atlante. Ciò di cui si ha bisogno è uno spazio stabile, aperto al pubblico  dove presentare opere e documenti: Pagano fa costruire una palazzina dove, oltre alla sua abitazione, ci sono sale espositive e spazi per archiviare materiali, e contemporaneamente si mette in moto raccogliendo opere e contattando gli artisti perché contribuiscano con una donazione alla collezione. Inizia anche un censimento ad ampio raggio degli artisti di origine siciliana, cercando anche in paesi lontani, che furono mete di emigrazione come l’Australia o il Canada, e crea la prima base per un archivio del novecento, a cui in tutti questi anni si è continuato a lavorare, costituendo uno degli scopi a lungo termine della struttura.
Museum  si inaugura ufficialmente nel 1997 (in realtà è già in funzione da un paio di anni), e da allora non ha smesso di ampliarsi e di migliorare i propri allestimenti, infatti è un museo in progress, che cresce ogni giorno attraverso le donazioni degli artisti e l’infaticabile attività del suo mentore. Proprio per questa ragione - dar conto delle nuove acquisizioni - si rende necessaria oggi una nuova edizione  del catalogo.
A Bagheria, che è dotata dell’importante Museo Guttuso a Villa Cattolica, Museum costituisce l’altro polo che completa il quadro della cultura visiva regionale: il dialogo e la sinergia tra le due istituzioni, la pubblica  e la privata, può portare, come in qualche occasione già sperimentato, a straordinari risultati e costituire in prospettiva un circuito a due stazioni che farebbe della città un luogo capitale dell’arte in Sicilia, con un forte potenziale d’attrattiva e d’interesse, poiché l’attenzione ai fatti internazionali vi potrebbe convivere in modo equilibrato con l’attenzione alle vicende territoriali. D’altra parte, se altrove in Sicilia si progettano attualmente musei d’arte contemporanea dovendo creare dal nulla le collezioni, qui le collezioni già esistono e i musei già funzionano, si tratta di valorizzare meglio l’esistente e garantirne la crescita con l’opportuna lungimiranza.
Museum è qualcosa di più di un luogo fisico dove entrare direttamente in contatto con opere e autori,  si definisce infatti come un osservatorio dell’arte, cioè una struttura di ricerca, dialogo, informazione, promozione delle arti in Sicilia che agisce su diversi piani. Innanzitutto mettendo a disposizione di studiosi e studenti materiali, cataloghi, riviste e la ricca documentazione sugli artisti (e non solo su quelli presenti in collezione) che Museum possiede, anche in questo caso supplendo alle carenze delle istituzioni: la struttura è ufficialmente sede di tirocinio per gli allievi della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena, ed ha siglato un protocollo d’intesa con la Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo per le ricerche dei tesisti e dei dottorandi in Storia dell’Arte Contemporanea, è anche  sede di un Laboratorio universitario su “Linguaggi e pratiche degli artisti contemporanei” e di diversi stages.
A queste attività didattiche mirate, Museum ha aggiunto l’organizzazione, in collaborazione con la Cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea della Facoltà di Lettere dell’Università, di incontri e conferenze, che in quest’ultimo triennio hanno portato a Bagheria illustri studiosi a dialogare su tanti temi di fondo come il rapporto tra arte e spazi pubblici o il rapporto tra arte e nuove tecnologie, e artisti come Isgrò, Guccione, Schiavocampo a parlare in prima persona del loro lavoro.
Va anche evidenziata l’azione promozionale di Museum, che da luogo definito si muta in agente d’incontri internazionali, andando in trasferta e seguendo la mappa dei connazionali all’estero per esportare un’immagine nuova della loro terra d’origine: così in questi anni in Australia e negli USA, in Venezuela, in Brasile, in Argentina o nel Canada.
L’insieme di queste attività fa oggi di Museum,  con il suo patrimonio di opere e di esperienza,  e soprattutto l’energia propositiva che lo anima, una realtà importante nel nostro territorio. Ma c’è di più: un osservatorio su una porzione di mondo, forse marginale ma per molti versi paradigmatica, è per molti versi una postazione privilegiata. Anche se il limite che ci si è dati resta difficile da definire, e a volte non è molto di più di una convenzione anagrafica, la sua funzione metodologica è importante: l’attenzione  si focalizza, le contraddizioni acquistano senso, diventa possibile prendere le misure, e perfino scoprire qualcosa che ci riguarda. La ricerca artistica, anche quando persegue fini propri, non è scollata dalla vita. Solo che per leggerla in filigrana ci vuole tempo, come per osservare il volo degli uccelli.









 
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