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presentazione
MUSEUM, Osservatorio dell'arte contemporanea in Sicilia, con sede a Bagheria, contiene nella propria denominazione il proprio obiettivo primario: tutelare e promuovere l'arte contemporanea di autori siciliani.
Inaugurato nel 1997, raccoglie opere di artisti celebri, come Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Guccione, Renato Guttuso, Emilio Isgrò, Augusto Perez, Antonio Sanfilippo, Salvatore Scarpitta e molti altri, comprende opere pittoriche e scultoree, accingendosi ora al panorama della videoart. Possiede un archivio storico, in costante aggiornamento, sugli artisti siciliani del XX secolo ed è dotato di una biblioteca e videoteca specializzata.
Fondato e diretto da Ezio Pagano, Museum è protagonista di svariate iniziative in ambito didattico e divulgativo: importanti e consolidate le attività con l'Università di Siena (Scuola di Specializzazione in arte contemporanea) e l'Università di Palermo (Cattedra di storia dell'arte contemporanea); cura conferenze con critici e artisti.
Dinamica struttura privata, componente rara e preziosa in Sicilia, Museum crede fermamente nei contatti con l'esterno e nella promozione al di fuori del territorio nazionale; ecco perché, nel corso degli anni, ha intessuto relazioni con paesi extra comunitari come gli Stati Uniti, l'Australia, il Sud America, il Nord Africa e la Cina.
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SPAZIO DI LIBERTA'
Eva di Stefano
Museum nasce da un pensiero positivo, quello di chi crede che l’arte sia necessaria, anzi indispensabile, anche se, come ha osservato Cocteau, non sapremmo dire bene perché. Un pensiero che difende uno spazio di libertà e comunicazione, che è animato dalla volontà di partecipare alla cultura del mondo, e che si nutre della consapevolezza che l’arte contribuisce a definire la nostra identità e quella parte di noi che consegniamo al futuro. Non giudichiamo forse la grandezza delle civiltà del passato dalla forza della testimonianze artistiche che esse hanno lasciato? E la nostra identità di siciliani non sarebbe più debole se non ne facessero parte i templi antichi, le cattedrali normanne, le costruzioni barocche? E lo stesso nome di Bagheria non è indissolubilmente legato alle sue ville settecentesche? Patrimonio purtroppo trascurato, anzi più spesso addirittura danneggiato: ciò che dovrebbe essere per noi motivo di fierezza diviene troppo spesso motivo di vergogna. Ma attivarsi per curare meglio i resti del nostro passato dovrebbe accompagnarsi con uno sguardo al presente e al futuro.
Quali tracce di noi vogliamo lasciare agli storici e agli archeologi del futuro? Soltanto i resti della speculazione o gli ammassi turpi delle nostre discariche? Nulla che testimoni la nostra, magari difficile, magari incerta, ricerca di bellezza?
La storia dell’arte siciliana del novecento è una storia di azzeramenti dei suoi momenti più vitali e di dispersione, non c’è una collezione pubblica che testimoni la ricerca dei futuristi negli anni ’20 o la vitalità delle neoavanguardie degli anni ’60.
Nell’assenza di iniziative istituzionali, l’iniziativa privata di Ezio Pagano è stata supplente. In un’intervista rilasciata qualche anno fa a un quotidiano siciliano, lo scultore Sal Scarpitta ha dichiarato: “Se i governanti non ci riescono, rari individui certamente possono: Viva il Museum di Ezio Pagano!”