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Ritratto di Ezio Pagano, 2014
acrilico, bulini e acidi su lamiera di ferro, cm 100x50
























| Rosario Tornese
| Nato nel 1964 ad Altavilla Milicia (Pa)
    dove vive e lavora
  


Le lamiere di Tornese sono sindoni metalliche che trasudano umori rugginosi, sudari strinati vittime di una famelica corrosione di cui si sente il crepitio fosco e sotterraneo che nasce da un’autocombustione protratta.
L’artista dipinge con acrilico bianco su pezzi di lamiera e, quando il colore è fresco, graffia con il classico bulino asportandone il metallo sottostante e avvicinandosi così alle tecniche calcografiche. Dopo di ciò, dipinge nuovamente, ma questa volta il pennello è intriso di acido cloridrico che, in soluzioni acquose differenti, si combina con la superficie metallica e ne condiziona il risultato cromatico finale che può andare dal marrone, al rosso torbido, all’arancione ambrato. Una pittura cieca, il cui effetto finale non è subito fruibile, ma nasce ed evolve nei giorni a seguire. Una volta innescato il processo chimico si verifica infatti una reazione a catena dall’effetto estetico finale imponderabile.


“Ritratto di Ezio Pagano” è una libera interpretazione con acrilico, bulini e acidi su lamiera di ferro da una fotografia di Ferdinando Scianna del 2003. L’immagine affiora dalla lamiera violentata dal logorio silenzioso e continuo dell’ossidazione.




























































 
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